Nascetta o Nas-cëtta

Questo vitigno semiaromatico, originario del Comune di Novello, è tornato negli ultimi anni alla ribalta riaccendendo un interesse tale, tra i viticultori delle Langhe, da creare un forte desiderio di richiedere il riconoscimento della DOC.
Nel 2010 con l’ottenimento della Denominazione di Origine Controllata Langhe “Nas-cetta o Nascetta del comune di Novello”, si sono quindi gettate le basi per intraprendere il cammino che porta alla strada di difesa delle radici e dell’origine di questo storico vitigno.
Dalle ricerche svolte nell’ultima decade, si scopre che già nell’800 questo vitigno era noto per la sua bontà. Menzionato nei documenti comunali sulla coltivazione di Alba e Mondovì, veniva principalmente utilizzato come uva da taglio.
Per risalire al nome odierno, occorre ripercorrere alcune tappe fondamentali a partire dal 1877, quando il Di Rovasenda lo definì come “‘Anascetta’, un’uva delicatissima e vino squisito” nel “Saggio di un’ampelografia universale” conservato ancora oggi presso la biblioteca del Dipartimento di Colture arboree dell’Università di Torino. Più tardi, nel 1895, anche il Fantini lo presenta come un’uva che vanta una “finezza uguale al Moscato”, mentre l’ampelografo Giovanni Gagna ne conia il nome citandola come “ottima uva da vinificazione, utilizzata insieme al Moscato bianco e alla Favorita”.

Da studi più recenti condotti dalla Dott.ssa Anna Schneider, la Nascetta è un vitigno autoctono originario delle colline albesi, parente lontano del Grò blanc, un vitigno tipico della Val di Susa.
Oggi la riscoperta di questo vitigno è dovuta ai produttori Elvio Cogno e i fratelli Daniele della cantina Le Strette, che negli anni ‘90, dopo averlo assaggiato da contadini locali, intrapresero la strada per vinificarlo in purezza. Grazie a progetti che hanno coinvolto direttamente il Comune di Novello, diversi produttori e vari enti e figure professionali, tra cui DI.VA.PRA sez. Microbiologia e Industria Agraria Università di Torino, il professore Carlo Arnulfo, con il Consiglio Nazionale delle Ricerche Istituto Virologia vegetale di Grugliasco e l’Istituto sperimentale per l’Enologia di Asti, dopo aver svolto studi genetici sul vitigno, è riuscito a determinare l’unicità del vitigno e ottenere un inquadramento legislativo preciso che prevede una “sottozona” con un suo disciplinare. Il Langhe Nas-cetta del Comune di Novello si può produrre nel solo comune di Novello utilizzando Nas-cetta al 100%.
Questa chicca delle Langhe che sempre più si sta facendo strada tra i blasonati rossi Barolo e Barbaresco è un vitigno sensibile alle malattie e dal germogliamento precoce che vede l’inizio della vendemmia nelle prime settimane di ottobre. Secondo il  disciplinare di produzione la resa massima consentita per ettaro del Langhe Nascetta del comune di Novello è di 90 quintali mentre di 110 per la produzione del Langhe Doc che prevede  l’aggiunta di un 15% di altre uve.NascettaLa Nascetta oggi è protetta e promossa dalla neonata Associazione Produttori di Nas-cetta del Comune di Novello. Le otto aziende vinicole attive nella produzione e promozione della DOC, si stanno già adoperando per richiedere il riconoscimento della DOCG per preservare l’ autenticità del vitigno.
Degustibus Nascetta
Il vitigno semiaromatico rinato grazie all’intuizione di giovani e audaci produttori è una piacevole scoperta per chi lo degusta. L’importante struttura e livelli di acidità conferiscono al vino un’ottima capacita di invecchiamento garantendone una longeva e dinamica evoluzione aromatica nel gusto e nel corpo.
Il colore giallo paglierino carico con riflessi verdognoli è precursore delle note di agrumi, pompelmo e pesca bianca che si evolvono in fiori bianchi, miele d’acacia e timo.
In bocca la freschezza inonda il palato e persiste grazie al tappeto sapido che, insieme alla frutta secca,  sono artefici di una piacevole sensazione succosa e serica.
Bibere Nascetta Cum
Grazie alla spiccata sapidità e acidità si accompagna bene ad antipasti freddi a base di verdure, formaggi freschi, primi piatti a base di pesce crudocrostacei e carni bianche. La temperatura di servizio consigliata è tra i 10° C e 12° C.
© Erika Mantovan
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