Il paesaggio

Le Langhe, con le loro dolci colline, con i loro nobili vigneti che spesso nascondono borghi di antica fondazione, sono uno dei principali motivi che spingono il turista, molto spesso straniero a visitare questa zona del basso Piemonte, compresa tra l’Appenino ligure, le Alpi Marittime e il Monferrato.


Le Langhe, con le loro dolci colline, con i loro nobili vigneti che spesso nascondono borghi di antica fondazione, sono uno dei principali motivi che spingono il turista, molto spesso straniero a visitare questa zona del basso Piemonte, compresa tra l’Appenino ligure, le Alpi Marittime e il Monferrato.
È quello di Langa un paesaggio unico al mondo, definitivamente consacrato nel giugno 2014 con l’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO. L’elemento principale, che lo caratterizza per la sua quasi totalità sono le sue colline.
La collina infatti è il tratto caratteristico di questa zona, anche se assumono dei contorni diversi a seconda che si trovino sulla sponda destra o sinistra del fiume Tanaro. Dalla sponda sinistra del Tanaro troveremo infatti il Roero, geologicamente più giovane ( colline emerse e formatesi circa 5 milioni di anni fa), contraddistinto da suggestive rocche, con ripide pareti che aprono veri e propri squarci nel paesaggio.
La sponda destra invece da inizio a colline lunghe, delle vere e proprie “creste di terra” fiammeggianti, emerse in una fase ancora più antica, circa 15 milioni di anni fa, nel Pliocene, le Langhe. Gli agenti atmosferici nel corso dei millenni ne hanno eroso i fianchi, rendendole oggi dolci e morbide alla vista, creando un effetto unico, che ad alcuni ricorda quello del susseguirsi delle onde del mare. Un vero e proprio mare verde quindi, dove oggi spicca subito l’elemento che meglio caratterizza la Langa , la vite, che con i suoi filari ordinati ci ricorda subito un altro importante motivo che spinge il visitatore a venire a visitarle: il vino.
Le Langhe dicevamo, al plurale, perché è necessario ricordare che ci sono più Langhe, la Bassa e l’Alta Langa, la cui differenza non è solo data da una differente altimetria delle due aree (la Bassa Langa non supera mai i 500 metri di altitudine) ma soprattutto è quello che vi viene prodotto a fare la vera differenza.
Possiamo quindi parlare della Langa del Barolo, il cui nome deriva chiaramente al fatto di essere quella porzione, piuttosto piccola e circoscritta dove il vitigno nebbiolo la fa da padrone, così come avremo la Langa del Barbaresco e quella del Dolcetto, ma anche la Langa della Nocciola, con il comune di Cortemilia sua incontrastata “capitale”.
E’ quest’ultima anche l’Alta Langa dei formaggi (tume e robiole) e dei funghi, gli ottimi porcini che rivaleggiano con l’altro grande protagonista del territorio, il tartufo.

Il Vino

Qui il discorso si fa serio e complesso, vista l’ampia gamma di vini e di offerta che ogni wine lover può avere modo di trovare, degustare e conoscere.


Le Langhe, a partire dalla fine degli anni Settanta, hanno iniziato a creare un vero e proprio indotto sulla produzione vitivinicola e sulla sua esportazione, soprattutto oltre confine, diventando ben presto il principale concorrente dei blasonati e più conosciuti vini francesi.
Chi viene in Langa conosce spesso molto bene gli ottimi vini che qui vengono prodotti e che rappresentano oggi un vero e proprio biglietto da visita al nostro territorio.
Dal semplice estimatore all’esperto enoturista,  tutti si aspettano molto nel venire a vedere direttamente dal vivo il terroir dove questi vini vengono prodotti.
Negli ultimi anni, l’approccio al mondo del vino da parte dell’enoturista si sta trasformando, andando sempre più verso una ricerca sensoriale ed emozionale. Sempre più persone, da ogni angolo d’Italia e del mondo vengono a visitare le oltre 290 cantine di Langhe e Roero per testare con mano le singole realtà vitivinicole, spesso cantine a conduzione familiare, chiedendo di conoscere la storia della famiglia della cantina e dei vini da loro prodotti.
Si cerca sempre più di creare un rapporto di familiarità e intimità tra i produttori e i consumatori, per trasmettere così un importante messaggio: il vino non è solo un semplice alcolico liquido da bere in occasioni speciali, come feste, anniversari o matrimoni, ma una bevanda di antiche tradizioni capace di accompagnare molti momenti della nostra vita.
Dietro ad un bicchiere di ottimo Dolcetto, di Barbera, di Nebbiolo, di Barbaresco o di Barolo si nasconde un intero mondo di persone e momenti, che partono dal terreno dove la pianta attinge i suoi nutrienti per passare alla sua raccolta, l’esaltante momento della vendemmia autunnale, per arrivare alla sua fermentazione, alla sua conservazione e maturazione in botti di rovere, dove i singoli vini aspettano pazientemente il momento giusto per la loro messa in commercio.
Le colline di Langhe e Roero, in provincia di Cuneo, sono da sempre una terra di nobili vigneti ed ottimi vini, espressione di alta qualità e diversità.
Il terroir di queste terre, il microclima temperato freddo continentale, le Alpi poste a difesa e protezione dei pendii di Langa, la particolare geologia dei terreni, caratterizzato da argille, marne calcaree, marne bluastre, tufo, sabbia e gessi solfiferi fanno si che le viti regalino vini di eccellente finezza, struttura ed eleganza.
Alcuni dati possono aiutare a definire meglio le peculiarità di quest’area del basso Piemonte: quasi il 90% degli ettari vitati è iscritto agli Albi delle denominazioni d’origine offrendo così la materia prima per vini Doc e Docg, con una proporzione quasi invertita rispetto alla media italiana.
Se in Italia ci sono 325 doc, il Piemonte contribuisce con ben 44 (circa il 13,5 %) e su un totale di 41 Docg il Piemonte ne annovera 12, cioè quasi un terzo del totale italiano (dati al 2008).
Sono vini, quelli di Langa e Roero, capaci di spaziare da vini nobili, potenti rossi da invecchiamento a vini più pronti da bere, capaci di accompagnare i pasti quotidiani, anche con ottimi e profumati bianchi, senza dimenticarci un ultimo importante fattore, cioè l’ottimo rapporto qualità-prezzo per il consumatore.

La Cucina di Langa

Un ottimo e valido motivo per venire a trascorrere un week-end in Langa è quello di provare la superba cucina langarola.


Alla classica domanda dei turisti in visita in Langa, “Dove posso mangiare un piatto tipico e buono della vostra cucina?” la guida, la persona del posto tende sempre a dare questa risposta: “Ovunque! E’ impossibile non mangiare bene tra le mille possibilità che oggi offre il territorio albese e delle Langhe!”
E’ quella di Langa senz’altro una cucina ricca di sapori, colori e profumi, capace di stupire per ricchezza, portate ed ingredienti, il visitatore che spesso finisce per innamorarsi perdutamente di un semplice ma ben condito piatto di tajarin al ragù, di un piatto di agnolotti al plin burro e salvia.

Descrivere in poche righe la vastità e la bontà che offre oggi la cucina langarola sarebbe riduttivo e forse ingiusto nei suoi confronti; per comprenderla e gustarla appieno bisogna andare a pranzo o a cena nel più tipico dei punti di ristoro delle Langhe: la piola. L’esperienza culinaria che si può vivere entrando in un piola di Langa, quella che ricorda la vecchia osteria dei tempi andati, ben diversa dai ristoranti spesso troppo turistici o patinati, era un tempo un importante punto di riferimento per le comunità locali dei vari paesini della colline, che si riunivano al suo interno per mangiare un piatto in compagnia, giocare a carte e parlare d’affari. Ancora oggi la piola permette al visitatore di assaggiare i piatti della vera tradizione della cucina langarola fatta in casa.
Ma non dimentichiamo i rinomati ristoranti, spesso stellati, le piccole realtà paesane, le trattorie, i Wine-bar, che offrono una gamma sterminata di possibilità per tipologia e costo, al il visitatore di Langa per gustare l’eccellenza della cucina di Langa.
Un ottimo punto di partenza per avvicinarsi alla scoperta delle sue portate può essere sicuramente dato dagli antipasti; forse oggi uno dei punti di eccellenza della gastronomia di Langa, per quantità e qualità, per ricchezza di sapori e semplicità degli ingredienti.
Che dire degli ottimi taglieri si salumi nostrani, tripudio di affettati che vanno dal salame casalingo, alla pancetta, alla coppa, per arrivare al delizioso crudo di Cuneo. Ottimo viatico per proseguire tra gli antipasti e la scelta si fa veramente difficile tra il classico piatto di carne cruda all’albese, battuta al coltello o proposta in sottile fettine di carpaccio, che in stagione autunnale deve essere accompagnata dalla classica grattata di tartufo, possibilmente Bianco e d’Alba, orgoglio gastronomico della cucina della “capitale delle Langhe”; le speciali frittatine, alle erbe di campo che spesso sono le primizie di stagione , arriveranno a colorare i vostri piatti. Ottimi anche i flan con la fonduta, le crepelle ai funghi porcini, i peperoni con il bagnèt verde e le acciughe, che sembrano sciogliersi nel palato, condite con l’immancabile salsina verde o rossa (più piccante), le verdure in carpione, il tonno di coniglio. Un capitolo a parte lo riserviamo alla regina delle tavole nei mesi autunnali ed invernali, la bagna cauda, tenuta calda al centro del tavolo con un fornelletto alimentato da una candela per potervi così intingere le verdure, cotte o crude. I più coraggiosi a fine pasto provano ad intingervi anche fettine di frutta, pere o altri frutti di stagione. Da provare!
L’elenco è lungo, non voglio appositamente elencare tutti i piatti d’antipasto e non togliere al visitatore la curiosità e il piacere di scoprire altri, così da aggiungere voi quelli qui mancanti all’appello nella vostra lista personale.
Immancabili poi su ogni tavola il cestino di vimini con al suo interno croccanti fette di pane nostrano e sua maestà il grissino, specialità torinese, ma presente sul desco di langa, al mais, alla segale, da provare e cercare assolutamente quelli alla nocciola, Tonda e Gentile di Langa naturalmente.
Tra i primi l’imbarazzo della scelta è tra i piccoli deliziosi gnocchi, i ravioli del plin burro e salvia, i tajarin al ragù; questi due ultimi piatti sono il vero e proprio simbolo con cui approfondire la conoscenza del territorio di Langa. I tajarin solo tagliolini di pasta fresca all’uovo che vengono esaltati da sughi a base di funghi, carne o dal caratteristico “comodino”, un condimento a base di verdure e lardo soffritti e poi bagnati nel vino rosso. Gli agnolotti “del plin” di taglia piccolissima e con ripieni diversi dalla carne brasata alle verdure prendono il nome dal tipico pizzicotto necessario per chiuderli. Tutti ottimi i risotti, spesso impreziositi perché cotti o fatti sfumare insieme al Nebbiolo, al Barolo, o con il formaggio al castelmagno.
In autunno nelle cucine di Langa il secondo è il tripudio della carne, speciale quella bovina di razza Fassona Piemontese, che è la regina di numerose portate, come il classico e mitico “Gran bollito misto”, tipico del borgo di Carrù. Una ricetta ricca e semplice allo stesso tempo che la tradizione vuole legata alla regola del sette: 7 tagli di carne, 7 ornamenti anche essi di carne ( trippa, testina, lingua, ecc.), 7 salsine di accompagnamento dette “bagnèt” e 7 contorni. E’ l’esaltazione della cucina di Langa, assieme al celebre fritto misto, nel quale una varietà incredibile di ingredienti (dalle animelle alle salsicce, ai fiori di zucca agli amaretti e semolini) celebrano orgogliosamente la ricchezza e allo stesso tempo l’originalità di una delle cucine più antiche d’Italia. Il tutto impreziosito da calici dagli ottimi vini di Langa, dal dolcetto, alla barbera, dal nebbiolo a sua maestà, il barolo.
Il carrello dei formaggi, tome, robiole, formaggi a pasta molle o di diversa stagionatura, tutti rigorosamente fatti in caseifici dell’Alta Langa, accompagnati dalla cugnà o dal miele.
E per finire i suoi ineguagliabili dolci, essendo le Langhe la patria di delizie che vanno dall’impagabile soavità della torta di nocciola, la rinomata Tonda e Gentile di Langa, passando dalla panna cotta, arrivando al superbo Bonèt, il budino della nonna, a base di uova, senza dimenticare le ottime paste fresche…
Vi è venuta voglia di conoscere meglio e testare dal vivo la cucina di Langa vero?

Arte e cultura ad Alba e nelle Langhe

Alba e le sue Langhe non sono solo terre di ottimi vini e rinomati tartufi ma anche di castelli, chiese, musei e siti d’arte degni di essere visitati e scoperti…


Alba è una città dalle origini antichissime, che addirittura risalgono a 6.000 anni prima di Cristo: era un’importante stazione neolitica che ha restituito reperti importanti, in parte conservati al museo Nazionale di Preistoria “Pigorini” di Roma ma anche nella sezione di protostoria del locale museo Civico “Eusebio” di Alba. Museo che ospita al suo interno anche importanti testimonianze e tracce materiali della fase romana, quando Alba si chiamava Alba Pompeia ed era una ricca e prospera città romana, con strade lastricate, mura, domus di pregio, un imponente foro, un teatro e altri importanti edifici . Alcuni reperti e resti monumentali si possono vedere passeggiando nel centro storico, dove è possibile vedere i resti del tempio capitolino, parti del selciato stradale romano, fognature ecc.
Ma Alba è soprattutto una città medievale, con le sue torri a punteggiare il panorama dell’antico centro cittadino, con case-torri in laterizio, spesso decorate con bellissimi fregi in cotto sulle facciate, archi, bifore e trifore si intervallano con rifacimenti barocchi, liberty e di taglio moderno, creando un vero e proprio museo aperto.
Per chi è interessato ad un turismo di tipo culturale e sacro Alba conta numerose chiese di pregio, alcune molto antiche con dei veri e propri piccoli tesori d’arte sacra che si possono ammirare liberamente. Ad Alba da non dimenticare una tappa al Duomo e alla chiesa del san Domenico, un vero gioiello di arte romanica-gotica unica nel suo genere e la chiesa della Maddalena, tripudio di marmi e forme barocche. Ma le piccole chiese parrocchiali dei paesi di Langa racchiudono spesso dei veri e propri tesori d’arte, da scoprire e fotografare.
Alba, capitale indiscussa delle Langhe, è da visitare lentamente, apprezzandone i piccoli scorci su improvvise piazzette, vicoli stretti e caratteristici, con botteghe artigiane e librerie uniche, torri medievali, resti romani, con i sorrisi dei suoi abitanti.
Ma basta spostarsi da Alba per continuare un percorso tra arte, storia e cultura. Le Langhe sono puntellate sui suoi crinali da borghi d’altri tempi, in paesaggi mozzafiato, con torri e manieri medievali, fortezze militari o nobili dimore di soggiorno e caccia che si possono visitare, palazzi storici che aprono le loro porte ai visitatori e cantine storiche, dove l’arte del vino si mescola con le forme e architetture di cantine scavate nel tufo, nelle pance delle colline, creando vere cattedrali di vino e arte.
Questo è solo un piccolo assaggio di cosa può offrire Alba e le sue colline, da scoprire e apprezzare, giorno dopo giorno.

Eventi musicali e spettacoli in Langa

Non pensate che le Langhe siano un posto dove c’è spazio solo per il vino, per i tartufi e per la Nutella:  sempre più importanti ed interessanti sono oggi i numerosi eventi legati all’intrattenimento dei tanti turisti presenti sul territorio, soprattutto legati alla musica.


Oggi il visitatore che viene in visita ad Alba e alle sue colline di Langa può avere l’opportunità di vedere e presenziare ad importanti eventi culturali legati al mondo della musica d’autore e da camera.

Da segnalare in questo senso due importanti manifestazioni che si tengono ad Alba e nel territorio limitrofo: l’Alba Music Festival e l’Alba Jazz Festival.

L’Alba Music Festival è oggi una vera e propria festa della musica, in una città che coniuga il dinamismo alla vocazione internazionale, con una presenza di oltre 10.000 persone ogni edizione e si tiene generalmente nel periodo tra marzo e luglio di ogni anno.
Il Festival si è consolidato come uno dei più attesi punti di riferimento culturali della stagione, oltre ad avere i favori della stampa nazionale ed internazionale è inserito nel programma di sviluppo della Città di Alba, finanziato dalla Regione Piemonte, inserito nel circuito Piemonte dal Vivo.
Unico esempio piemontese di Festival in partnership internazionale, prende forma dal rapporto artistico e culturale instaurato con la Città di Alba ed il St. Mary’s College of Maryland negli USA, prestigiosa istituzione universitaria nell’area di Washington DC.
Il Festival porta concerti nei luoghi più prestigiosi della città e del territorio , muovendosi in un percorso architettonico suggestivo: dalle platee a specchio del Teatro Sociale, alla millenaria Chiesa di San Domenico, dall’imponente Tempio di San Paolo al raffinato Auditorium della Fondazione Ferrero, dalla magica atmosfera della Cattedrale o quella più intima della Chiese barocche di San Giuseppe, Santa Caterina e del Coro della Maddalena, e ancora le decine di maestosi Castelli sparsi sul territorio, le Chiese testimoni dell’arte del passato, le cantine storiche e gli angoli suggestivi di un prezioso territorio: arte musicale nei magici luoghi di un incantevole angolo del Piemonte.

Dello stesso tenore L’Alba Jazz festival, che nasce con lo scopo di portare la musica jazz, con il suo inconfondibile sound per le strade e le piazze di Alba nei mesi estivi, coinvolgendo sempre più non solo gli abitanti, ma anche e soprattutto i tanti turisti presenti sul territorio, che gradiscono molto la possibilità di assistere ad un bel concerto in alcuni degli angoli più belli della città, magari degustando un ottimo bicchiere di vino rosso del territorio.

Tra gli eventi artistici e di spettacolo ricordiamo Burrattinarte Festival internazionale di Figura.
La rassegna nasce dall’idea di portare il teatro di strada in una realtà, quale quella del comprensorio Langhe-Roero e Monferrato, in forte espansione economica, sociale e turistica dove risultava fondamentale aprire a nuovi stimoli culturali.
La rassegna, che si svolge in strade, piazze, giardini e cortili di vari Comuni, propone quindi sia spettacoli di strada che da palco provenienti dall’Italia e dall’estero, anche grazie al rapporto nato con altri festival e a una stretta collaborazione nella programmazione del cartellone, in grado di offrire spettacoli di alto livello; è inoltre inserita nel progetto “Burattini senza confini”, consorzio transnazionale tra festival di teatro di figura e di strada che coinvolge realtà appartenenti a tutto il territorio dell’arco alpino, dalla Francia alla Slovenia, nato allo scopo di creare una rete culturale che ha come denominatore comune i temi dell’integrazione e dell’interculturalità. Burattinarte propone l’incontro con un’arte antica, culturalmente ricca e di grande fascino grazie alla grande varietà di tematiche, di tradizioni, e di tecniche utilizzaste per dare vita a storie raccontate da burattini a guanto, da pupazzi, da marionette a filo, da bunraku o dalle magiche immagini create dal teatro d’ombre.

La Fiera internazionale del Tartufo bianco d’Alba

Il principale motivo di richiamo che nel periodo autunnale porta ad Alba e nelle Langhe decine di migliaia di visitatori da ogni parte d’Italia e dal mondo è la Fiera Internazionale del Tartufo bianco d’Alba.


Il periodo è quello che va dal mese di ottobre a metà novembre, quando le vigne di Langa si colorano di mille colori, che vanno dal rosso al giallo, dall’arancio al marrone e coincide con il periodo della vendemmia. Tra i vicoli dei piccoli borghi di Langa si diffonde un profumo intenso di mosto, di tartufo, dei piatti dell’ottima cucina casalinga, creando un’atmosfera unica, carica di attesa ed aspettativa.
E’ questo il periodo della raccolta delle trifule, dei tartufi, che vengono celebrati in questa Fiera che ormai, da più di 80 edizioni monopolizza l’intera vita e tutte le principali manifestazioni della città di Alba.

tartufo_bianco_alba

All’interno del Cortile della Maddalena, infatti, vengono allestiti gli stand dove i migliori tartufi vengono esposti, valutati e venduti ai tanti turisti che qui accorrono, spinti a volte da semplice curiosità o solo per respirarne il profumo intenso. Vi è anche la possibilità di lanciarsi in vere e proprie contrattazioni con i trifulao che, su i loro banchetti, espongono le loro “pepite profumate” per acquistare un pregiato tartufo.
All’origine di tutto ciò c’è Giacomo Morra, (1889 – 1963), abile commerciante, bravo ristoratore ma soprattutto famoso come creatore di eventi. A lui infatti si deve la geniale intuizione di creare una manifestazione legata al Tartufo bianco d’Alba. Fu sempre lui a promuovere il Tartufo bianco d’Alba in Italia e nel mondo, che è uno dei migliori dal punto di vista organolettico ed è un prodotto originale della terra di Langa. Voleva fare del tartufo un vero e proprio ambasciatore di Alba nel mondo, un marchio immediatamente riconoscibile come eccellenza gastronomica di un territorio specifico.

Ad Alba già dagli anni Venti si svolgevano delle fiere vendemmiali, legate alla vendita delle uve, che esposte su carretti occupavano l’antico volto di piazza Savona, oggi il salotto buono della città.
Giacomo Morra pensò di inserire all’interno di questo evento a cadenza annuale anche una mostra mercato dei pregiati tartufi locali, a partire dalla fiera del 1928 e nel 1929, inserita nei festeggiamenti della Festa vendemmiale, si organizzò la “Fiera mostra campionaria a premi dei rinomati Tartufi delle Langhe”; Ciò attirò l’attenzione prima della stampa locale, poi italiana e anche quella internazionale. Si scelse come periodo il tardo autunno per cogliere il momento in cui il prezioso fungo sviluppa il massimo del profumo e del sapore.
Fu sempre lui ad inventare il prestigioso premio “il tartufo dell’anno”, che a partire dal 1929 viene dato ad importanti personalità che si sono distinte nell’ambito della cultura, dello spettacolo, della politica o dello sport. Questa idea nasce dalla tradizione agricola dei contadini di Langa e Roero, che in occasione di un importante festività (generalmente il Natale o la fine della raccolta agricola) erano soliti regalare ed omaggiare con un tartufo le varie autorità o professionisti del loro paese. Giacomo Morra capì che in questo modo si poteva creare ancora più attenzione attorno alla nascente Fiera del tartufo e chi riceveva questo importante e prezioso premio si faceva anche portavoce di Alba e dei suoi prodotti nel mondo. Tra i premiati possiamo ricordare Sir Winston Churchill (nel 1948), Rita Hayworth (1949), il presidente degli Stati Uniti Henry Truman (1951), il primo Presidente della Repubblica Italiana Luigi Einaudi (1952), l’attrice Marilyn Monroe (1954), Nikita Chrus?ëv (1959), sua santità Giovanni Paolo II (1978), l’attore Alberto Sordi (1984), il tenore Luciano Pavarotti (1990), il Principe Alberto di Monaco (1998), Marcello Lippi (1997 e 2006) e l’attrice Penelope Cruz (2011).

La Fiera è per Alba e le sue colline l’evento dell’anno e, a partire dal primo fine settimana di ottobre, il centro cittadino si anima ogni giorno con un evento diverso, una mostra, una rievocazione, un concerto, un’esposizione.
Entrare negli stand, dove i trifulao mostrano orgogliosi i loro tartufi, oggetto di lunghe ricerche assieme ai loro cani nelle notti buie e umide di fine estate è un’esperienza veramente unica: già dall’ingresso l’odore dei tartufi ci preannuncia cosa si potrà vedere e perché no gustare al suo interno. Sempre dentro la Fiera è presente un banco dove è possibile far controllare da una commissione di esperti e di giudici di analisi sensoriale i tartufi appena comprati, così da essere sicuri che il prodotto acquistato è un vero tartufo “made in Langa”, con tanto di certificato di garanzia!

Non a caso, proprio ad Alba, nacque, nel 1996, il Centro Nazionale Studi Tartufo, un Istituto unico al mondo specializzato nella ricerca e nella divulgazione della cultura tartuficola. Qui si studiano i profumi, si ricercano nuove tecniche di conservazione, si raccolgono esperienze gastronomiche a base di tartufo, si organizzano seminari di degustazione. Oltre cento giudici di analisi sensoriale agiscono sui mercati e in apposite commissioni di certificazione per garantire la qualità assoluta del prodotto: il Mercato del Tartufo Bianco d’Alba rimane l’unico garantito, con un’analisi attenta di ogni esemplare, per sanità e tipologia del prodotto commercializzato.

Il calendario degli eventi in città è capace di soddisfare ogni palato e ogni target, dai bimbi agli adulti, e spazia in un’infinità di manifestazioni ed attività collaterali.

Tra queste l’evento più importante ed atteso dagli albesi e dai turisti è sicuramente il Palio degli Asini, che si svolge nel centro di Alba la prima domenica di ottobre, dando così il vero e proprio inizio alla Fiera. E’ un Palio unico e caratteristico nel suo genere che nasce, così vuole la leggenda, per volontà sempre di Giacomo Morra e Pinot Gallizio (eclettico personaggio ed artista), per vendicare l’offesa subita dagli Albesi ad opera degli Astigiani. Questi ultimi avevano fatto correre il loro famoso Palio, il giorno del santo Patrono di Alba, il 10 agosto, fuori le mura della città di Alba, da loro assediata. Il Palio quindi è una goliardata, se così si può definire, ma di sicuro successo se a correre sono asinelli che con il loro carattere imprevedibile possono anche fermarsi a due passi dall’agognato traguardo! E’ una vera sfida tra i borghi di Alba che si disputano l’ambito premio, un drappo disegnato e realizzato ogni anno da un artista diverso. Inoltre il Palio è sempre preceduto da una bellissima sfilata medievale che coinvolge tutti i borghi della città con oltre mille figuranti, che rievocano momenti antichi della storia della città di Alba.

Altri momenti indimenticabili per chi viene ad Alba ad ottobre sono il Baccanale del tartufo – Il borgo si rievoca, dal sapore antico, una vera e propria rievocazione di scene di vita medievale con degustazione di prodotti tipici e il Festival della bandiera in cui più abili sbandieratori dei borghi si sfidano in un vero e proprio sfoggio di bravura e colori delle bandiere.

Vi aspettiamo, non potete mancare!

Collisioni Festival

Da un’idea di un gruppo di ragazzi nasce, quasi per gioco nel 2009 questo festival che sta rapidamente diventando uno dei punti di riferimento nel panorama culturale e musicale italiano.


Dopo essere cresciuto e affinato come format vincente nel borgo di Langa di Novello, a partire dal 2012 ha come cornice l’intero paese di Barolo, nel cuore della Langa dei grandi vini rossi del Piemonte per una quattro giorni densi di eventi, incontri con registi, attori, musicisti, storici e critici e concerti in un panorama unico al mondo.

Il calendario varia di anno in anno ma ormai il cartellone delle manifestazioni in programma è tale da soddisfare ogni palato, dall’amante del rock all’appassionato d’arte, spaziando su una serie di proposte che nel 2012 hanno avuto come culmine lo spettacolare concerto di Bon Dylan, nel 2014 quello di Neil Young, per l’unica tappa italiana del suo tour e nel 2015 quelli di Mark Knopfler e Sting.

Collisioni è una festa popolare di letteratura e musica in collina,con questa peculiarità: non ci sono biglietti per entrare e non esistono spettatori, ma una comunità che sceglie di vivere tre giorni insieme, all’insegna della festa e dello scambio di idee. Un paese globale da cui nessuno può essere escluso, e a cui ognuno può dare il proprio contributo alla realizzazione della kermesse.

Durante l’anno Collisioni organizza incontri con importanti personaggi dell’arte,della cultura, dello spettacolo, della musica, nazionali ed internazionali che si tengono tra Alba e i paesi di Langa, creando un percorso di cultura sempre più interessante e coinvolgente, in poche parole, da non perdere!

Per seguire il progetto Collisioni e per essere sempre informati su incontri, eventi e manifestazioni: www.collisioni.it

Vinum

Con l’arrivo della primavera il centro storico di Alba viene invaso dai mille colori, profumi e sensazioni con l’importante festival di Vinum, dedicato al vino e ai prodotti simbolo del territorio delle Langhe.


Questa manifestazione si tiene ogni anno nel cuore della città di Alba, il suo bellissimo centro storico che diventa una quinta scenografica per l’evento. Il nome dell’evento ci porta subito al mondo del vino e dell’enologia, che qui, nel cuore delle Langhe dei rinomati vini, ha un ruolo sempre più importante a livello di richiamo turistico ed economico.

Ogni anno Vinum è capace di rinnovarsi nella veste grafica e quest’anno la 38ª edizione si è distinta con un calendario particolarmente ricco all’interno dell’ampia kermesse “Primavera di Bellezza”, un insieme di eventi promossi dalla Città di Alba.

Cuore pulsante della kermesse è da sempre la Grande Enoteca di Langhe e Roero: l’appuntamento sarà con le nuove annate delle denominazioni di Langhe e Roero.
Qui il visitatore, guidatola esperti sommelier, potrà cimentarsi in assaggi di rinomati vini del territorio langarolo e di degustazioni guidate da esperti, che hanno lo scopo di avvicinare i consumatori a un modo di bere attento agli aspetti sensoriali e a quelli culturali.

Il calendario varia di anno in anno, ma c’è da segnalare l’ingente sforzo della città di Alba nel creare un evento non solo più incentrato solo sul vino, ma che è capace di spaziare a 360°, con importanti eventi legati all’arte, alla storia, alle tradizioni, alla musica, al teatro…venite a scoprire Alba durante Vinum, sarà di sicuro un’esperienza unica ed emozionante.

Beppe Fenoglio, Alba, la Resistenza e le Langhe

Uno dei motivi che spingono sempre più i turisti a visitare Alba e le Langhe è dato oggi anche dalla possibilità di andare a scoprire quelli che furono i posti, i luoghi e i paesaggi tanto cari ad uno dei principali scrittori della scena albese del ‘900, Beppe Fenoglio.


Beppe Fenoglio nasce ad Alba il 1 febbraio 1922 e fin da ragazzo mostra una certa predilezione per la scrittura. Vive e studia ad Alba, che in quegli anni si sta avviando a diventare un centro economico importante per le Langhe. Si iscrive al Liceo-Ginnasio “Govone” della sua città, dove l’insegnante Maria Lucia Marchiaro lo avvia allo studio dell’inglese e della letteratura anglosassone. Nei periodi estivi trascorre le vacanze presso i parenti di San Benedetto Belbo e a Murazzano, dimostrando un particolare affetto verso le colline delle Langhe, terra d’origine del padre, di professione macellaio. Al Liceo ha la fortuna di essere allievo di due illustri insegnanti, che diventano per lui un importante punto di riferimento nei suoi studi e per la vita: Pietro Chiodi, professore di filosofia, e Leonardo Cocito, docente di italiano.

Entrambi antifascisti, si impegnarono attivamente nella guerra partigiana e seppero trasmettere al giovane Fenoglio valori umani e filosofici importanti, che si ritrovano tra le righe dei suoi scritti, basati sul rispetto e sulla solidarietà. E, nonostante il suo coerente laicismo, Beppe Fenoglio stringe una profonda amicizia, destinata a durare tutta la vita, con il teologo e filosofo don Natale Bussi. Terminato il Liceo, lo scrittore decide di iscriversi alla Facoltà di Lettere di Torino; ma interrompe gli studi nel 1943 a causa della guerra. Con l’8 settembre e lo sbandamento dell’esercito italiano, Fenoglio sceglie, come Chiodi e Cocito, la via della collina, verso l’Alta Langa, per entrare anch’egli in una delle bande partigiane che si erano formate in quel periodo. Lì si aggrega prima con una formazione garibaldina, per poi passare a una brigata dei badogliani, partecipando così attivamente alla Resistenza e il 10 ottobre 1944 è con le forze che liberano Alba, che viene difesa fino al 2 novembre. Questa sua esperienza confluisce in uno dei suoi racconti più famosi, I ventitrè giorni della città di Alba.

Trascorre il difficile e lungo inverno successivo in un isolamento terribile, presso la Cascina della Langa. Nell’ultimo periodo della sua azione partigiana (marzo – maggio 1945), è ufficiale di collegamento presso la missione inglese, che opera nel Monferrato, nel Vercellese ed in Lomellina. Dopo la Liberazione, ritorna alla vita civile, ma l’esperienza partigiana è fondamentale nella sua vita ed ispira molti dei suoi romanzi e racconti.

Dal 1947 lavora presso l’azienda vinicola Marengo di Alba come corrispondente estero, incarico che gli era stato assegnato per la sua ottima conoscenza della lingua inglese. Fenoglio nel frattempo si dedica alla scrittura di racconti e romanzi, sua vera aspirazione, per così realizzare il suo sogno di diventare scrittore. Nel 1949 pubblica il suo primo racconto, Il trucco, con lo pseudonimo di Giovanni Federico Biamonti, su Pesci rossi, bollettino editoriale di Bompiani. Nel 1952 escono presso Einaudi dodici racconti (sei partigiani e sei di Langa), intitolati I ventitrè giorni della città di Alba. Nel 1954, nella collana dei Gettoni di Einaudi, viene pubblicata La malora, storia drammatica, della società contadina dei primi anni del ‘900, ambientata nelle Langhe, e nel 1959 il romanzo Primavera di bellezza.

La sua è una scrittura per certi versi epica, innovativa, ricca di neologismi e termini presi dalla lingua inglese, asciutta e carica di ironia pungente, che in maniera unica racconta le Langhe, il suo territorio e le sue persone.

Fenoglio ottiene i primi riconoscimenti dalla critica solo a partire dal 1960, quando vince il premio Prato con Primavera di bellezza e nel giugno del 1962 riceve il premio “Alpi Apuane”, in Versilia, per il racconto Ma il mio amore è Paco, pubblicato su Paragone. Gravemente ammalato, Fenoglio viene ricoverato all’ospedale Molinette di Torino e  lì si spegne nella notte tra il 17 ed il 18 febbraio 1963. A fine aprile del 1963, Garzanti pubblica Un giorno di fuoco, che comprende sei racconti già selezionati dall’Autore, sei ritrovati da Lorenzo Mondo ed il romanzo Una questione privata. La sua fama come scrittore è stata soprattutto postuma. Ad Alba, in piazza Rossetti 2, è possibile vedere una parte della sua casa, dove ha composto buona parte dei suoi romanzi. L’edificio, conosciuto come “Casa Mulassano” è oggi sede di un importante Centro studi di Letteratura, Storia, Arte e Cultura “Beppe Fenoglio” o.n.l.u.s. Qui il turista può visitare parte dell’alloggio originale della famiglia Fenoglio e il nuovo Spazio Gallizio, dedicato al grande artista albese contemporaneo di Beppe Fenoglio. Alba può essere un ottimo punto di partenza per la scoperta della città che ha dato i natali allo scrittore, con un percorso cittadino ben presente nei punti chiave del centro storico relativi alla sua vita e a passi delle sue opere. Ma da Alba ci si può spostare nelle Langhe, che conservano memoria del suo passaggio e degli eventi di cui lui fu protagonista: percorsi fenogliani sono stati realizzati a San Benedetto Belbo, a Murazzano e a Mango.

Sport, fitness e benessere

Il territorio di Alba e delle Langhe oggi si presenta capace di accogliere anche turisti che durante la loro vacanza non vogliono perdere l’occasione di mantenersi in forma e dedicarsi alla conoscenza delle colline attraverso nuove e divertenti esperienze sportive.


Sono sempre più le associazioni oggi offrono la possibilità di conoscere al meglio il paesaggio e la natura unica di Langa con percorsi ad hoc, sia di trekking che in mountain bike, con o senza guida. Ad aumentare questa offerta poi ci sono molte pubblicazioni relative a questo argomento, con tanto di testi forniti di cartine precise e dettagliate in grado di offrire una possibilità unica di scoprire le langhe dell’albese e non solo. Numerosi sono poi i sentieri segnati e ben mantenuti (segnaletica aggiornata, precisa, con distanze chilometriche ed orarie ben indicate) che aiutano il turista amante della natura e del trekking. (www.langheroero.it e www.trekkinginlanga.com) Se poi oltre ad essere degli sportivi si è anche amanti della letteratura e soprattutto di Pavese e Fenoglio si possono intraprendere sentieri e percorsi segnalati per scoprire paesaggi incantevoli, sulle orme dei personaggi leggendari narrati dai due grandi scrittori o alla scoperta di realtà incontaminate ancora cariche del fascino del passato. (www.turismodoc.it) Per gli appassionati di bici e mountain bike le Langhe offrono percorsi di ogni tipo, difficoltà e interesse. Come per i percorsi a piedi, sono molti i testi e cartine per conoscere al meglio le caratteristiche della zona e il materiale è facilmente reperibile (anche presso la sede dell’Ente Turismo Alba Bra Langhe e Roero di Piazza Risorgimento 4 – Alba o www.turismoinlanga.it, www.langheroero.it, www.pedalainlanga.com). Vi è poi la possibilità di prenotare visite in carrozza e a cavallo (www.turismoinlanga.it e www.fuoritraccia.com, www.sanbovo.it e www.turismodoc.it/golf-sport-langhe/equitazione-langhe/) ,e ancora più emozionante la visita sui meravigliosi panorami sui vigneti e i castelli di Langhe e Roero in mongolfiera (www.turismoinlanga.it). Se invece il vostro sport preferito è il golf vi segnaliamo alcuni Club e campi pratica adatti sia ai neofiti che affrontano per la prima volta l’esperienza golfistica che ai giocatori più esperti che vogliono perfezionare il proprio livello di gioco come il Golf Club di Alba, il Golf Club Cherasco (www.golfcherasco.com), Vigne del Barolo Golf Report. Per i più avventurosi poi c’è il parco di 8 ettari con laghetto, adiacente al fiume Tanaro, che offre varie attività ricreative e sportive con percorso avventura tra ponti tibetani, tirolesi e thailandesi sospesi fra alberi rigogliosi, oltre la possibilità di rilassarsi con gite in barca, pic-nic e giochi in aree attrezzate per bambini. (via Neive, loc. Baraccone, ponte Tanaro)