Alta Langa Docg

Alta Langa spumante è un vino a DOCG prodotto in numerosi comuni delle province di Alessandria, Asti e Cuneo.
Alta Langa
La Vendemmia
Le operazioni di vendemmia debbono essere condotte con la raccolta manuale dei grappoli in piccole cassette forate, mediante le quali vengono anche trasferite ai centri di pressatura e vinificazione delle singole Case Spumantiere.
Il trasporto in cantina in piccole cassette consente di trasferire grappoli perfettamente sani ed integri alla prima fase del processo di vinificazione, la pressatura. Si tratta di una fase molto delicata, condotta con l’impiego di una particolare pressa pneumatica: il risultato di questo procedimento è la separazione di diverse fasi di mosto, che proseguono poi individualmente il resto del loro processo di vinificazione.

Questa separazione dei mosti ottenuti dalle varie pressate è estremamente importante, perché consente di esaltare al massimo, anno per anno, la qualità del prodotto finale.  Nelle vasche di acciaio di diversa dimensione e termocondizionate prende avvio la fermentazione alcolica grazie all’impiego di lieviti selezionati, capaci di condurre in modo regolare il processo fermentativo: si tratta di una fase che viene seguita con molta attenzione, per le forti ripercussioni che il suo svolgimento più o meno corretto potrà avere sui caratteri organolettici del prodotto finito.
Tra fine inverno ed inizio primavera, le partite di vino base “Alta Langa”, attentamente selezionate, vengono miscelate insieme per formare la cosiddetta “cuvèe” o partita, a cuvèe pronta, si passa al “tirage” o imbottigliamento, aggiungendo alla massa una soluzione zuccherina in concentrazione. Si aggiungono anche i lieviti selezionati e piccole dosi di chiarificanti. Quando la partita è perfettamente omogenea, si da inizio al suo imbottigliamento e la bottiglia viene chiusa con tappo corona.
Le bottiglie vengono trasportate in cantine interrate e stivate in posizione orizzontale in cataste. In questi ambienti così protetti, dove la temperatura rimane costantemente attorno ai 12-15°C, si sviluppa una fermentazione molto lenta e la conseguente presa di spuma: lo zucchero, per opera dei lieviti, si tramuta in alcool ed anidride carbonica.
Il Remuage e il Degorgement
Concluso il periodo di affinamento minimo di 30 mesi, occorre eliminare il deposito dalla bottiglia per ottenere il vino limpido e lo si fa con le operazioni di “remuage” e “degorgement”.
Le bottiglie vengono prelevate dalle cataste e sistemate su speciali cavalletti di legno (pupitres) che presentano dei fori fatti in modo tale che le bottiglie possano essere posizionate con diverse inclinazioni. Dalla posizione iniziale – orizzontale – le bottiglie sono fatte ruotare manualmente ogni giorno di un ottavo o di un quarto di giro, aumentandone gradualmente l’inclinazione, fino a portarle in posizione quasi verticale. Così il sedimento scivola lungo le pareti della bottiglia e si deposita sul tappo.
Il “remuage” dura 1-2 mesi, dopo di che le bottiglie vengono tolte dalle “pupitres” e mantenute capovolte, fino al momento del “degorgement”: un tempo operazione molto delicata, oggi viene svolto con il sistema “à la glace”, molto semplificato. Si immerge il collo della bottiglia per 3-4 centimetri in una soluzione refrigerante a 25-30° sotto zero, una parte del vino congela e forma una sorta di tappo che imprigiona il sedimento da eliminare. A questo punto, la bottiglia viene rimessa in piedi senza il pericolo che il sedimento possa ricadere all’interno della massa, manualmente o con l’ausilio di macchine automatiche viene tolto il tappo corona e la pressione interna fa fuoriuscire il tappo di ghiaccio con incorporato il sedimento. Poi, vengono chiuse con tappo di sughero e confezionate. Il prodotto così è pronto per il mercato ed il consumo.
Caratteristiche organolettiche
spuma: fine e persistente
colore: da giallo paglierino tenue ad oro intenso
odore: fragrante, complesso, caratteristico della rifermentazione in bottiglia
sapore: sapido, fine ed armonico
Informazioni sulla zona geografica
La produzione dei vini spumanti sotto la denominazione Alta Langa include una vasta area del Piemonte che abbraccia tre province formando una lunga fascia collinare nelle province meridionali del Piemonte alla destra del fiume Tanaro. L’ambiente di coltivazione da la preferenza alle aree a moderata insolazione, dotate di buone escursioni termiche e con umidità relativa contenuta. Normalmente a tali ambienti corrisponde un indice bioclimatico (Huglin) compreso tra 1700 e 1800,con la fascia altimetrica oscillante tra 280 e 550 metri sul livello del mare. Gli ambienti viticoli piemontesi manifestano, a fianco di una variabilità pedologica non troppo accentuata, una considerevole alternanza di situazioni climatiche e colturali. I terreni marnosi devono essere calcareo-argillosi, a fertilità moderata, con giacitura esclusivamente collinare e con l’esclusione di quelli di fondovalle, umidi e pianeggianti. L’altitudine non deve essere inferiore a 250 metri sul livello del mare.
Cenni storici
Attorno al 1850, il Marchese Leopoldo Incisa aveva incluso diversi vitigni francesi nella sua collezione ampelografica localizzata nei vigneti di Rocchetta Tanaro, in quella che allora era la provincia di Alessandria (che includeva anche Asti). Questi vitigni non incontravano, però, molto favore soprattutto presso i viticoltori. L’avversione dei contadini verso i vitigni stranieri era testimoniata ancora verso la fine del secolo dalle lamentele del proprietario succeduto al Marchese Incisa, che non trovava alcun agricoltore disposto a coltivarli. In realtà, a metà dell’800, non mancavano in Piemonte impianti di Pinot. Già dai primi decenni del 1800 i Conti di Sambuy avevano incominciato ad introdurre alcuni rinomati vitigni francesi con il preciso scopo di migliorare la produzione vinicola locale. Carlo Gancia, però, aveva favorito la diffusione dei Pinot e Chardonnay tra i viticoltori del circondario di Canelli per averne una certa quantità da impiegare nella produzione dei suoi spumanti. Con il Progetto Spumante Metodo Classico in Piemonte, del quale la denominazione “Alta Langa” è nata, l’industria spumantistica piemontese ha reso al suo territorio un contributo di impegno economico e tecnologico prezioso ad una vocazionalità che per decenni era rimasta inespressa al di fuori del mero ambito scientifico. Si è dimostrato che le colline piemontesi dove la vite aveva nel tempo sedimentato una presenza significativa e duratura, disponevano anche della vocazione per le varietà specializzate alla produzione di spumanti Metodo Classico, secondo un modello di sviluppo che affiancasse di continuo all’enunciazione teorica la sperimentazione pratica. La stessa strategia della vendemmia, basata essenzialmente sulla manualità dell’operazione e sulla raccolta esclusiva delle uve in piccole cassette forate utilizzate anche per il convogliamento alla vinificazione, comporta un impegno specifico, a volte anche rilevante che ripaga con un prodotto che rappresenta gli spumanti piemontesi eccellenti nel mondo.
Abbinamenti consigliati
Gli abbinamenti tradizionali
La tavola, di solito, va d’accordo con l’animo sereno e la passione per le cose buone. Apprezza molto meno, invece, l’atteggiamento distaccato di chi non sa condividere nel modo giusto le occasioni  conviviali. Uno spumante come l’Alta Langa è uno lo spumante ideale per gli aperitivi ma è anche adatto pasteggiando, grazie anche al fatto che esiste nella tipologia bianco e rosè. Tra gli antipasti, il riferimento può correre in fretta ad una serie di piatti a base di pesce e frutti di mare (salmone in vario modo, insalata di mare, ostriche, storione, trota affumicata e non e così via) che possono accompagnare con eleganza questo spumante Metodo Classico. Anche ai primi piatti: risotti e paste lunghe, condite da verdure e pesce o con il tartufo. I secondi, sia di pesce che di carne; i piatti a base di carni rosse brasate e stufate possono essere piacevolmente assaporati con un Alta Langa rosè millesimato di una certa struttura.
Gli accostamenti “azzardati”
Se proprio si vuole dare sfogo alla fantasia, l’Alta Langa potrebbe percorrere altri accostamenti, anche più anticonformisti:  una splendida portata di cotechino con lenticchie potrebbe essere accompagnata dall’Alta Langa rosé, si potrebbe anche avvicinare alla tradizionale fonduta oppure ad una serie di flan di verdure. E’ d’obbligo, invece, sul grande fritto misto sia di terra che di mare e da non trascurare per le stuzzicanti grigliate di pesce e di verdura. E, tra i formaggi, anche un protagonista prestigioso come il Parmigiano è un ottimo banco di prova.
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