La promozione del territorio parte dal Barolo e passa per i vini del Piemonte

Giovedì 23 Maria Carla Furlan, ricercatrice presso il CISET / Cà Foscari di Venezia, ha condotto il secondo degli appuntamenti organizzati dalla Strada del Barolo per sollecitare riflessioni, confronti e nuove idee sulla produzione e sulla comunicazione del vino delle Langhe.

E’ stato un incontro ricco di spunti di riflessione per il turismo nelle Langhe quello di giovedì sera alla Bottega del vino di Dogliani: sollecitati da Maria Carla Furlan del CISET, produttori e operatori turistici si sono confrontati su temi centrali per lo sviluppo del territorio come la comunicazione del vino, l’esigenza di “fare sistema” e l’accoglienza turistica.

La serata si è aperta con una riflessione sul rapporto fra territorio e residenti, in forza dei dati demografici che mostrano come i paesi a forte vocazione turistica (da Montalcino a Barbaresco) vadano via via spopolandosi, trasformate sempre più in “musei” di se stesse, pensate più per i turisti che per i loro cittadini per cui vengono a mancare i servizi di base. Un spunto di riflessione che non poteva lasciare indifferenti: soprattutto in un territorio come le Langhe, che affascinano prima di tutto per la vitalità dei borghi, per la cultura del vino che pulsa nelle cantine e in ogni famiglia.

Quali, allora, gli strumenti e le azioni che i produttori di vino possono mettere in campo per valorizzare il territorio? Come comunicare correttamente il vino perchè possa incidere sul “racconto” del territorio nel suo complesso?

Il “cuore” dell’incontro si è così spostato su un altro piano, introdotto dalla domanda “il Barolo offusca gli altri vini del Piemonte?” Il confronto, in questo caso, è stato se possibile più intenso, ricondotto a una sintesi da Nicola Argamante, Presidente della Strada del Barolo: «E’ vero che si parla più spesso di Barolo che di altri vini, ma per una precisa strategia: chi arriva nelle nostre cantine è attirato dal nome e dal fascino del Barolo, ma se ne va con bottiglie di Dolcetto e Barbera».

Il Barolo, quindi, come “testimonial”: è il vino che apre le porte a un racconto più vasto del mondo del vino del Piemonte, dentro il quale entrano tutti gli altri vini. E’ il senso, ad esempio, del Consorzio I Vini del Piemonte: «Stiamo ottenendo successi in tutta Europa – dice Daniele Manzone, Direttore del Consorzio – con un evento che si chiama “Barolo & Friends”: è inevitabile presentarsi in forza del ruolo che il nome Barolo riveste nell’immaginario collettivo, ma lo facciamo perchè è la via più semplice per far innamorare i winelover di tutto il mondo degli altri vini delle Langhe e del Piemonte».

Il vino come “racconto” di un territorio intero, veicolo di promozione di una regione. Ecco allora l’altro tema della serata: fare sistema, presentare il mondo del vino piemontese come un tutt’uno, al di là di antichi e controproducenti campanilismi. Che è anche la filosofia di questa serie di incontri: confrontarsi, anche su punti di vista differenti, per sviluppare un dibattito produttivo sul territorio e sul suo futuro nel mondo del turismo, non solo enogastronomico.

Prossimo appuntamento, lunedì 27 febbraio al Museo del Vino a Barolo, con Enzo Vizzari: il direttore delle Guide de L’Espresso si concentrerà sulle strategie di marketing e sulle ragioni che lo vedono grande assente nelle strategie dei produttori vitivinicoli.