Barolo Città Italiana del Vino 2021

Il borgo di Langa, con il suo WiMu, prima “capitale della cultura enologica” d’Italia

Barolo è la Città Italiana del Vino 2021. Al borgo delle Langhe, con il suo WiMu-Museo del Vino nel Castello comunale Falletti, è stato assegnato il riconoscimento dell’Associazione nazionale Città del Vino, con il patrocinio del Ministero per le Politiche agricole, alimentari e forestali.

Una sfida culturale e ambientale per la prima “capitale della cultura enologica” d’Italia, che nella corsa al titolo ha battuto i territori di Bianco (Reggio Calabria), Duino Aurisina (Trieste), Montepulciano (Siena), Montespertoli (Firenze), Taurasi (Avellino) e Tollo (Chieti).

L’idea della candidatura a “Città Italiana del Vino 2021” nasce come naturale proseguimento di una storia importante e si inscrive in un contesto locale e nazionale dinamico. Nuove sfide ambientali, sociali ed economiche bussano alla porta, dall’enoturismo alla stessa viticoltura. Animato da questo senso di consapevolezza e responsabilità, il Comune di Barolo ha riunito soggetti istituzionali, associazioni di categoria, fondazioni culturali e movimenti locali, invitandoli a una stagione di confronto e iniziative intorno ai temi enologici più attuali e presentando la candidatura. La Barolo&Castles Foundation, in particolare con il WiMu, invece, supervisionerà la realizzazione, il prossimo anno, di un intenso programma di iniziative.

Il dossier ha dunque coinvolto numerosi soggetti, andando ben oltre l’ambito strettamente enologico. Ovvero Unione dei Comuni delle colline di Langa e del Barolo, Ente Turismo Langhe Monferrato Roero, Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, Strada del Barolo e grandi vini di Langa, Enoteca regionale del Barolo, Slow Food, Artissima, Film Commission Torino Piemonte, Opera Barolo, Associazione culturale Castello di Perno e Fondazione Bottari Lattes, con il sostegno della Regione Piemonte.

Quella di Barolo è quindi una vera candidatura di territorio che guarda al Piemonte, all’Italia e al mondo. Lo scambio di idee e conoscenze coinvolgerà ospiti internazionali, “sconfinando” in tutta l’area delle colline dell’Unesco, mentre le stagioni racconteranno riti e miti delle colline, rileggendoli in chiave contemporanea. La presenza di un polo museale quale il WiMu-Castello di Barolo rafforzerà il coordinamento degli eventi e l’approfondimento dei contenuti.

«Siamo felici e soddisfatti che sia stato premiato il nostro dossier e lo sforzo di coinvolgimento delle nostre colline e delle istituzioni locali e regionali che ci supporteranno nel programma di appuntamenti ed eventi previsti per il 2021 – spiega il sindaco di Barolo, Renata Bianco –. Il 2020 è stato un anno difficile e crediamo che questa iniziativa possa rappresentare oltre che un’opportunità concreta, anche un messaggio di speranza e ripartenza».

Il 2021 sarà interpretato come un grande “calendario agrario”, in cui si porrà l’accento sui riti, le feste e i gesti che connotano l’anno vitivinicolo, stagione dopo stagione. Altre parole-chiave sono “comunità” e “memoria” mentre, venendo al “futuro”, molto spazio sarà dedicato ai temi della sostenibilità e dei giovani, attraverso iniziative fresche e moderne che avvicinino le nuove generazioni alla cultura vitivinicola.

«Quella di Barolo come capitale italiana del vino è un’investitura di territorio – afferma il direttore del comitato scientifico della Barolo&Castles Foundation e referente per la candidatura, Tiziano Gaia –. Barolo, con il suo Museo del Vino, è il comune capofila, ma le iniziative riguarderanno tutte le Langhe e altri terroir regionali. Quanto ai contenuti, il vino sarà declinato in arte, cultura, racconto, ambiente, turismo, e questo grazie al coinvolgimento di enti e fondazioni che hanno supportato fin dal primo istante la nostra candidatura. Sarà un lungo viaggio in equilibrio tra la tradizione e la modernità, un’immagine che racchiude l’anima stessa del Barolo: un vino dalla storia antica, ma che ha saputo rinnovarsi e aprirsi al mondo».

Tra gli eventi e le iniziative su cui si lavorerà fin da subito, ci sono mostre ed esposizioni anche per valorizzare la collezione di etichette del WiLa, con il Fondo internazionale Cesare e Maria Urbani, la nuova edizione della Hall of Fame del vino italiano, collaborazioni con eventi internazionali e importanti, nuovi momenti dedicati all’arte, la cultura, l’enologia e non solo.

Per il presidente della Barolo&Castles Foundation, Luigi Barbero, «questo riconoscimento è frutto di un lavoro corale, come sempre avviene sul nostro territorio quando si tratta di condividere obiettivi importanti. In tempi non facili, con rapidità e consenso diffuso, la Fondazione con il suo comitato scientifico è stata capace di articolare un dossier qualificato la cui forza credo sia stata proprio il coinvolgimento di varie realtà. Barolo Città italiana del Vino 2021 rappresenta non solo un nuovo tassello che si va ad aggiungere alle potenzialità già consolidate delle colline di Langhe, Monferrato e Roero, ma anche una più grande opportunità di vetrina che sarà utilizzata nel post-pandemia. Non appena, come ci auguriamo, si ripartirà nel 2021 con le azioni promozionali di livello internazionale. Oggi siamo orgogliosi di un risultato che mostra la forza del comparto vinicolo, paesaggistico e turistico del nostro territorio, che assume proporzioni sempre più importanti e ancora più rafforzate per affrontare il futuro».